Teatro

Ergo non sei, storia fantastica e terrena di uomini e Madonne

Ergo non sei, storia fantastica e terrena di uomini e Madonne

La Madonna del Ponte si è conquistata il favore celeste del conclave di Madonne e ha indicato l’Eletto, colui che dovrà divulgare il nuovo Vangelo e parlare al mondo con animo illuminato.

L’arguta e matematica scelta della Madre celeste, ”ingegnera” portata per numeri e calcoli, è caduta su Michele, ateo convinto, quarantenne dalla vita piatta, senza impennate né guizzi, che trascina nevrotica tra l’impegno all’università come assistente alla cattedra di storia e filosofia ed il rapporto con sua madre. Credente un po’ bigotta, conoscitrice dell’intera gerarchia di santi, che sfodera all’occorrenza a seconda della loro “qualifica”, la donna conduce dal canto suo un’esistenza scandita da un’insana, dominante ritualità, che nel rapporto col figlio si fa sublimazione di uno smisurato amore; unta dall’unto, vivrà anch’essa una propria  personale metamorfosi.

La scelta della Madonna, le sue incursioni sulla terra, le visioni che Michele accetterà dopo ostinate reticenze, le mille domande che aleggiano e si concretizzano in dialoghi esilaranti e surreali alla Woody Allen, non condurranno all’esito anelato, ma daranno alla vita del protagonista una poderosa sterzata.

Un’ora e mezza di buon teatro, di quello a cui raramente si ha la fortuna di assistere, che assolve a pieno il proprio compito e fa ridere, riflettere, commuovere. L’impianto scenico dichiara fin dalle prime battute la sua assente presenza: nei gesti precisi e risoluti, anche un po’ da cartoon, dei protagonisti, accompagnati da sonorità altrettanto “cartoonesche”, si disegnano spazi con precisione e dovizia di dettagli, dalle atmosfere, all’arredamento, finanche alle suppellettili.

Nella messinscena, prodotta dai palermitani Teatrialchemici, si respira un’atmosfera onirica, che sublima luoghi, azioni e animi, complici l’arguto disegno luci di Luigi Biondi, l’impeccabile disegno del suono di Francesco de Marco e le musiche avvolgenti firmate da Gianluca Porcu.

I due protagonisti Luigi Di Gangi (Michele) e Ugo Giacomazzi (nel doppio ruolo della madre e della Madonna del ponte), che firmano anche l’ineccepibile e brillante regia, sono autentici e rigorosi talenti del palcoscenico, giocolieri della parola che fondono con la recitazione non verbale, pilastro dello spettacolo. Voce e corpo si alternano, si danno la mano, si fondono e si isolano, si prendono e si perdono, all’unisono o dissonanti, e sanciscono un connubio “alchemico” che ci porta in una realtà viva ed evocativa, effimera e concreta.

Il testo è frutto della cooperazione degli stessi interpreti-registi con lo spagnolo Julio Garcia, mai blasfemo né irrispettoso, arguto e divertente, non tradisce in alcun passaggio il garbo che contraddistingue l’iter di questa moderna favola, “tragicommedia contemporanea” che cattura fin dai primi suggestivi bagliori del suo raccontare.